La Valle
Valgrande è un’immensa valle da pesca che si distende in un’area di 360 ettari, nella verde porzione di terreno adiacente a Via Baseleghe. Un luogo voluto e creato dall’uomo che da secoli si regge sul perfetto equilibrio tra gli interventi antropici e l’ambiente naturale. Qui sarà possibile percorrere i sentieri, a piedi o a cavallo, che si snodano in questo luogo, far propri profumi e colori dei fiori delle piante godendosi un esclusivo angolo di paradiso.
Come raggiungerci
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In auto
Provenendo da Venezia
Seguire le indicazioni in Autostrada A4, uscita di Portogruaro o Latisana (consigliata), proseguire verso Bibione.
Provenendo da Trieste
Seguire le indicazioni in Autostrada A4, uscita Latisana, proseguire verso Bibione.
All’entrata di Bibione alla rotonda prendere la prima uscita proseguire per via Baseleghe per 3 km in direzione Bibione Lido del Sole.
In Aereo
Gli Aeroporti Internazionali dai quali si potrà raggiungere il Valgrande Resort Bibione sono i seguenti:
- Venezia Marco Polo (96km)
- Trieste Ronchi dei Legionari (66km)
- Treviso Canova (93km)
Per chi arriva in aereo è previsto il servizio di trasferimento dall’aeroporto al Valgrande Resort.
Informazioni e costi verranno comunicati al momento della prenotazione.
Val Grande
A piedi, in bicicletta o a cavallo, a Bibione ci si lascia conquistare dall’incantevole scenario naturale della Val Grande, esempio di concordia tra l’uomo e il suo territorio, che a sorpresa si rivela in due itinerari. Camminare tra le macchie verdi delle pinete o nell’area del Faro o percorrere le numerose piste ciclabili può voler dire scoprire un ambiente naturale ancora intatto. E Valgrande è un vero e proprio fiore all’occhiello per una località che ha fatto del rispetto dell’ambiente la propria bandiera.
La Val Grande è un’antica bassura formatasi durante la costruzione del delta del Tagliamento. Si tratta di una vasta area che presenta quote inferiori in corrispondenza del lago di valle (la parte centrale della valle), che si innalzano leggermente a sud (area boschiva) ma che rimangono limitate a nord (lungo il canale Lugugnana) dove nel Novecento si è resa necessaria una bonifica di scolo. La sua storia è particolarmente interessante perché, pur trovandosi nelle vicinanze della laguna di Caorle, non ne ha condivisa la storia. Infatti la valle da pesca è stata creata alla fine del 1600 inondando la bassura, come viene dimostrato dai numerosi documenti che la ritraggono prima e dopo l’intervento. Difatti, nel Seicento, in corrispondenza di un decreto del Senato che stabiliva la distruzione delle valli da pesca presenti in Laguna di Venezia – in quanto ostruivano lo scorrimento delle acque e la impaludavano – si rese necessario trovare altre aree venete per continuare l’itticoltura.
Fu allora che il patrizio veneziano Antonio da Molin si decise ad inondare l’area bibionese per renderla adatta alla pesca. Va ribadito che tale genesi incide fortemente ancor oggi sull’equilibrio ambientale dell’area che non dipende tanto dal mantenimento di una dinamica naturale, quanto, piuttosto, dal geosistema che l’azione dell’uomo ha prodotto nel tempo. Infatti, l’organizzazione della valle, sostituendo progressivamente alle dinamiche naturali le dinamiche “proprie”, tese al mantenimento del geosistema creato in una determinata fase, permette la vita di numerosi piante e animali tipici degli ecosistemi umidi.
Infatti, i vari proprietari che si sono succeduti, hanno agito attraverso tecniche e interventi tradizionali che hanno mantenuto la fisionomia della valle pressoché intatta, tanto da costituire oggi un patrimonio di risorse culturali e naturali tra le più interessanti d’Europa. È infatti raro incontrare un sistema così integrato di elementi: uno specchio d’acqua articolato in laghetti funzionali alla pesca; un bosco di alta biodiversità vegetale e animale; dune fossili che racchiudono importanti testimonianze romane; un antico casone di valle dimora storica dei vallesani.
L’asse ereditario, infatti, ha garantito una cultura e una sensibilità dei proprietari che, nel tempo, si sono succeduti (dai Molin, Nani Mocenigo, Pisani, de Lazara, Sordi, Ferri) tali da valorizzare il geosistema in modo integrato anche quando la valle è stata suddivisa nel corso del secolo scorso in due proprietà: Valgrande e Vallesina. Oggi, la Valle viene aperta ai visitatori per favorire la sua conoscenza e offrire la possibilità di ripercorrere la storia secolare di Bibione.